Top 20 pharma, capitalizzazioni in calo tra tariffe e pressioni regolatorie

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Le capitalizzazioni di mercato delle prime 20 aziende biofarmaceutiche del mondo hanno registrato un calo del 5,7% nel secondo trimestre 2025, scendendo dai 3.920 miliardi di dollari del 31 marzo ai 3.700 miliardi certificati al 30 giugno. A pesare sugli investimenti sono state, in particolare, le tariffe statunitensi sulle importazioni e le pressioni sui prezzi dei farmaci, oltre a qualche fallimento in studi clinici importanti. È quanto emerge da un recente rapporto di GlobalData.

La capitalizzazione di mercato rappresenta il valore complessivo delle azioni quotate di una società. Il calo del 5,7%, evidenziato da GlobalData, riflette quindi la media della diminuzione del valore di mercato delle prime 20 biofarmaceutiche del mondo.

Le eccezioni positive
In un quadro complessivamente fosco, alcune aziende hanno registrato risultati positivi. Alnylam spicca con un +21,8% e 42,5 miliardi di dollari di capitalizzazione, guadagnandosi così l’ingresso nella top 20. La crescita è stata trainata dal successo globale di Amvuttra (vutrisiran), terapia RNAi per la cardiomiopatia da amiloidosi da transtiretina (ATTR-CM), che nel primo trimestre ha registrato vendite per 310 milioni di dollari (+59% rispetto al 2024).

Novartis, con un aumento del 7,7%, deve la buona performance alle vendite dei blockbuster Entresto (sacubitril/valsartan), Cosentyx (secukinumab), Kesimpta (ofatumumab) e Kisqali (ribociclib) e all’acquisizione di Regulus Therapeutics per 1,7 miliardi di dollari, che rafforza il portafoglio nelle patologie renali e porta in pipeline il candidato farabursen, pronto per la fase III.

Le aziende in calo
Sedici delle 20 top player hanno invece registrato perdite di capitalizzazione. Bristol Myers Squibb ha subito la contrazione più marcata (-22,9%), dopo risultati finanziari misti e la mancata conferma dello studio di fase III ARISE su Cobenfy (cobenefit) per la schizofrenia.

Regeneron (-18,7%) e Sanofi (-13,8%) hanno risentito del mancato raggiungimento dell’endpoint primario nello studio di fase III AERIFY-2 di itepekimab, anticorpo anti-IL-33 per la BPCO. Le vendite statunitensi di Eylea (aflibercept) ed Eylea HD hanno subito un calo del 26%, attestandosi a 1,04 miliardi di dollari, colpite dalla concorrenza di altri VEGF-inibitori e dai biosimilari, come Enzeevu/Afqlir (Sandoz).

Uno sguardo al futuro
Nonostante i risultati contrastanti, gli analisti prevedono per itepekimab vendite globali superiori a 1 miliardo di dollari entro il 2031. La pressione competitiva e regolatoria rimane un tema centrale per il settore biofarmaceutico, insieme alla capacità di innovare e gestire pipeline complesse, sempre più determinanti per sostenere la crescita e attrarre investimenti sul mercato azionario.

 

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